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| {Evans Van Trottel}
Evans aggrottò le ciglia come per farsi più serio. Stava per dire a quella giovane donna la sua verità che finora non aveva raccontato a nessuno, la verità che il vento gli aveva trasportato fin da bambino quando, da solo, nella camera del suo orfanotrofio scrutava le ombre ed il passare inesorabile, anche troppo cupo, del tempo.
"Ad essere sincero l'ho sempre conosciuto, fin da bambino... l'ho sognato molte volte".Nessuno in realtà gliene aveva mai parlato. Come lo conosceva era un mistero, ma era certo che lì fosse racchiuso il segreto della vita.
"Tuttavia ignoravo il fatto che tal cimitero fosse prezioso e celato agli occhi dell'uomo! Questo ne accresce ancora di più il fascino senza alcun dubbio, Aletea".
L'aveva chiamata per nome per la prima volta, era a suo agio nonostante la figura del cimitero si stagliasse imperiosa e oscura davanti ai loro corpi caldi. Poi fece la sua rivelazione.
"Qui c'è qualcosa che sento mi appartiene da sempre, un libro. Forse ne ero proprietario in un'altra vita, chissà!" Pronunciò quelle parole lasciando scivolare una smorfia sulle labbra. Guardava Aletea e si sentiva sempre di più a suo agio: voleva che lei si fidasse di lui, affinché lei potesse capire il suo segreto.
"Nei miei sogni di bambino c'era spesso un volto, un uomo dal volto sfigurato... forse il proprietario del libro? Un uomo terribile che mi atterriva, mi diceva di stare lontano dalla sua città e dal suo cimitero. Io invece sono qui! Ed ho attraversato mezza Europa, dall'Est della mia fredda Germania per essere qui!"
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