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| {Pedro Alkorta, el mestizo}
Gli occhi verde smeraldo della donna stavano accecando l’animo in subbuglio di Pedro. Quella donna alta e snella era troppo bella per il suo sguardo, era come un’icona sacra portata lì dal vento come per caso, come se fosse sprecata in quel luogo di dolore e… mestizia. Le sue labbra morbide e quei denti regolari, perfettamente posizionati nella bocca, avevano avuto una smorfia probabilmente di inquietudine; ma subito la donna aveva ripreso il suo consueto aspetto fiero e da nobildonna. Si era accesa una sigaretta con fare malizioso assumendo subito un’aria di superiorità. No, in realtà era spaventata: gli si era gelato il sangue nelle vene. Senz’altro non riusciva nemmeno a parlare.
Però sapeva nascondere bene, però era furba, però era… era… era come se il suo corpo di carne fosse ricoperto da uno strato di qualcosa di invulnerabile. Pedro la stava vedendo così, anche se probabilmente si stava sbagliando. Era spaventata e basta. Era lui che era confuso, era lui che non sapeva più cosa fare. Era lui che non riusciva più a sentire la voce di sua madre. Era lui che sentiva un dolore acuto nel petto.
Il silenzio degli angeli è il suono del vento, è assordante nel suo nulla straziante fatto di mille sensazioni che si incrociano nebulose. Pedro tornò a sentire rabbia per quella donna dall’apparire troppo materiale, troppo finta nel contesto in cui si trovava, e troppo sbagliato il suo modo di essere per essere capita da lui. Oppure era lui l’essere sbagliato, l’animale rabbioso infimo e detestabile?
”Andate via di qui!”, ringhiò Pedro contro di lei. ”Voi non concepite il mistero della vita, voi non siete nulla".
Ma si era subito pentito di quelle parole, si sentiva inferiore a lei. Provava anche un riprovevole senso di rispetto verso quella persona più fortunata e agiata. Ma sapeva che il suo essere era effimero al cospetto del dopo. Ma al contempo nello sguardo autoritario e superbo di quella donna aveva riconosciuto qualcosa che lo aveva spaventato e confuso ancora di più: lei lo stava guardando come un cane.
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