| {Edoardo Zanetti}
”Che c'è? Stai bene? Mi guardi in modo strano...” Le parole di Naiara, unite all’espressione del suo viso non più aggressivo come all’inizio, lo facevano sciogliere come neve al sole.
Era come se si sentisse una persona migliore davanti a lei, era come se si sentisse in obbligo di proteggere quella giovane donna dallo scellerato gesto che volevano compiere… che stavano quasi per compiere!
Anzi no, era tutta colpa sua che l’aveva trascinata in questa brutta storia. Edoardo si sentiva cattivo nell’anima. No, non poteva proprio fare del male a Naiara. Se l’avessero scoperti e lei sarebbe stata catturata non si sarebbe più dato pace per il resto della sua vita.
Andare in prigione per lui non sarebbe stato un problema, era ciò che in fondo si meritava per l’essere che era. Ma lei no, era nata libera e la liberta è come il vento, non la puoi rinchiudere in una cella buia e umida. Il vento parla, il vento sibila, il vento è un ombra che deve apparire sotto il sole.
Edoardo capì che era meglio affrontare la furia di Naiara piuttosto che rischiare di metterla nei guai, anche se lei non l’avrebbe capito… anche se lei l’avrebbe giudicato uno sciocco pauroso, un mezzo uomo, un fifone.
Edoardo si accucciò in terra accanto a lei, e la osservava con una profondità unica. Nuova. Poi iniziò ad accarezzarle i capelli con la mano, con delicatezza. Sorrideva.
”Ascoltami bene Naiara, e per favore lasciai finire prima di prendermi a schiaffi!”
Adesso si sentiva più tranquillo, adesso che era seduto accanto a lei e sentiva il soffice dei suoi capelli. Intanto la luna là in alto sembrava come spiarli, lei sapeva ogni cosa perché il vento parlava e gli trasportava fin lassù, in cielo, l’eco dei loro discorsi strampalati.
”Quando la vecchia spegnerà la luce puoi salire su casa mia, fai attenzione a non far cigolare la porta di ferro sulle scale e la strega non si accorgerà di te. Va in camera e dormi su un vero letto. Io resterò in macchina questa notte. Perdonami, ma non me la sento di fare ciò che ti avevo promesso, di rubare alla vecchia megera. Non lo so, è una sensazione la mia”.
Con il pensiero era già oltre, sarebbe andato ad accettare quel lavoro alla libreria “Sampere&Figli” a Calle Santa Ana. Lo avrebbe fatto per lei.
”Credi in me e non ti arrabbiare, ti risarcirò di quanto ho promesso un po’ alla volta. Ah… e mi raccomando, esci di casa prima delle 09:00, quella è l’ora in cui si sveglia la vieja”.
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